Castelli Della Loira: Un Tour fra Storia e Luoghi Da Visitare
I castelli della Loira sono oltre 300 castelli situati nella Valle della Loira ed in valli trasversali, nel centro della Francia. I castelli sono stati costruiti a partire dal X secolo quando i sovrani di Francia, seguiti dalla nobiltà di corte, scelsero la valle per le loro dimore estive.
In virtù della presenza del gran numero di castelli la valle stessa è stata dichiarata Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO.
Verso la metà del XVI secolo, Francesco I di Francia, aveva riportato il centro del potere a Parigi dalla valle della Loira e con lui se ne andarono dalla zona anche i grandi architetti.
La valle continuò però ad essere il luogo di villeggiatura favorito della corte e della nobiltà. Con l’ascesa di Luigi XIV a metà del XVII secolo la capitale divenne sede permanente dei castelli reali, anche con la costruzione del Castello di Versailles. Tuttavia, coloro che godevano dei favori del re e la ricca borghesia, continuavano a rinnovare i castelli o ne costruivano di nuovi come residenze estive nella valle chiamata giardino di Francia. La rivoluzione francese vide distrutti o saccheggiati molti dei chateaux.
Il Castello di Villandy fu costruito nei primi anni del 1532 da Jean Le Breton, ministro di Re Francesco I di Francia. Rimase alla famiglia Le Breton per più di due secoli fino a quando fu acquistato dal Marchese di Castellane. Durante la rivoluzione francese il castello fu confiscato e nei primi anni del 1800 l’Imperatore Napoleone lo acquistò per suo fratello Giuseppe Bonaparte.
Nel 1906 il Dr. Joachim Carvallo acquistò la proprietà e profuse enormi risorse per la ristrutturazione del castello e la realizzazione di quelli che sono considerati tra i più bei giardini esistenti.
Il castello di Amboise
Le fortificazioni iniziali risalgono al XIII secolo; le prime costruzioni significative del periodo successivo vi furono fatte erigere da Carlo VIII, che era nato e cresciuto ad Amboise.
- La Cappella Saint-Hubert, sita all’esterno del corpo principale, è in stile gotico flamboyant e adornata da scene di caccia (Saint-Hubert è il patrono dei cacciatori). L’architrave del portale d’ingresso è una rappresentazione dell’apparizione divina cui Hubert assistette durante una partita di caccia. Inizialmente parte integrante del corpo di fabbrica principale, oggi ne resta solo la cappella che contiene la tomba di Leonardo da Vinci.
- L’ala detta “di Carlo VIII”, anch’essa in stile gotico flamboyant, con gli appartamenti del Re e della Regina.
- L’ala Luigi XII, in stile rinascimentale, che ospita appartamenti risalenti al XIX secolo.
- Le due torri a chiocciola (Tour des Minimes in omaggio alla figura di San Francesco di Paola, fondatore dell’Ordine dei Minimi, che qui dimorò per ben 24 anni, essendovi stato chiamato dal Re Luigi XI e Tour Heurtault), percorsi coperti destinati a rendere facile l’accesso dei cavalli e dei carri dal livello della Loira fino al piano del Castello.
- Sulle terrazze che sovrastano la Loira si trovano ampi giardini, che ospitano tra l’altro un busto di Leonardo e un mausoleo islamico dedicato ai seguaci di Abd el-Kader deceduti ad Amboise mentre quest’ultimo vi era rinchiuso.
Carlo VIII morì ad Amboise nel 1498, all’età di 28 anni, dopo aver battuto la testa contro l’architrave di una porta.
Luigi XII vi fece costruire una seconda ala, perpendicolare alla prima, in stile rinascimentale.
Francesco I vi trascorse l’infanzia e fece ristrutturare l’ala Luigi XII. Nel 1517 invitò Leonardo da Vinci ad Amboise, stabilendone il soggiorno in un edificio adiacente. Per mettere in comunicazione i due edifici venne scavato un tunnel sotterraneo. Leonardo visse ad Amboise fino alla morte, avvenuta nel 1519, e venne successivamente sepolto nella cappella Saint-Hubert.
Nel 1560 il Castello fu teatro della Congiura di Amboise, che diede l’avvio alle guerre di religione francesi.
Il castello di Chambord è il più vasto dei castelli della Loira. E’ stato costruito tra il 1519 ed il 1547 nei pressi di una curva del fiume Cosson, corso d’acqua affluente del Beuvron che si getta poi a sua volta nella Loira. Sorge nel dipartimento Loir-et-Cher, 14 km a nord-est di Blois ed a circa 6 km dalla riva sinistra della Loira.
Chambord ha ospitato numerosi personaggi: oltre a Francesco I e a Luigi XIV, si recavano spesso a cacciare nella foresta, Francesco II e Carlo IX. Nel castello visse anche Luigi XIII. Ai tempi di Luigi XIV vi soggiornò Molière, che scrisse, in pochi giorni, una commedia: Il signor di Pourceaugnac. L’artista, inoltre, vi fece rappresentare lo spettacolo intitolato Il borghese gentiluomo.
Il castello di Chambord possiede senza dubbio una silhouette molto particolare e costituisce una grande espressione architettonica dello stilerinascimentale. La sua facciata è lunga ben 128 metri, ha 440 locali, più di 80 scale, 365 camini ed 800 capitelli scolpiti.
Nella realizzazione si nota l’influenza di Leonardo da Vinci, che ha lavorato come architetto alla corte di Francesco I, e quella di Domenico da Cortona.
L’ingresso al castello è sul lato sud-est, dove la porte Royale immette nella corte d’onore. La pianta del castello si sviluppa attorno alla costruzione chiamata donjon anche se Chambord non ha mai avuto vocazione difensiva, a sua volta centrata attorno allo scalone principale a doppia elica.
Il Castello di Chenonceau
In origine nella tenuta sede dell’attuale castello si trovava un maniero che fu bruciato dalle truppe reali nel 1411 per punire il proprietario, Jean Marques, accusato di una cospirazione. Nel 1430 Marques ricostruì il castello insieme ad un mulino fortificato ma il suo erede, fortemente indebitato, nel 1513 vendette il castello a Thomas Bohier, tesoriere dei re Carlo VIII, Luigi XII e Francesco I. Bohier distrusse tutti gli edifici esistenti e diroccati tranne la torre di vedetta e tra il 1515 e il 1521 costruì un nuovo castello per la moglie, Catherine, che vi soleva intrattenere la nobiltà francese e in due occasioni ospitò anche re Francesco I.
Alla morte di Bohier (1524) e della moglie (1526) il figlio Antoine dovette cedere il castello alla corona per pagare i debiti del padre. Prese possesso del castello il governatore di Montmorency in nome del re Francesco I impegnato in quegli anni nella costruzione del castello di Chambord.
Il suo successore, Enrico II, offrì il castello in dono alla sua amante, Diana di Poitiers, nel 1551 questa divenne duchessa del Valentinois e acquisì la proprietà del castello, divenne anche una delle donne più influenti dell’epoca. A Diane de Poitiers si deve in gran parte l’attuale struttura del castello, sua fu infatti la realizzazione del ponte sul fiume. Fece anche realizzare degli splendidi giardini lungo le rive del fiume.
Il castello di Usse
Il castello aveva forma di un quadrilatero circondante un cortile centrale, con una torre principale, di maggiore diametro, all’angolo sud – ovest. Intorno al perimetro correva un cammino di ronda, che in seguito venne coperto. L’ala sud ospitava una galleria aperta a portico al piano terra, che venne distrutta per la costruzione di altri ambienti nel XVII secolo. Gli appartamenti padronali si trovavano nell’ala ovest.
Il castello passò quindi nel 1485 alla famiglia d’Espinay, che proseguì i lavori, con la ricostruzione dell’ala ovest. Tra il 1521 e il 1538 venne costruita la cappella, dedicata a sant’Anna. La cappella, in forme gotiche, presenta una ricca decorazione rinascimentale. Vi si conserva una “Vergine con il Bambino” di Luca della Robbia.
Altri proprietari si successero a partire dal 1557 e nel XVII secolo venne abbattuta l’ala settentrionale, per poter godere del panorama sul fiume. In questa occasione venne allungata l’ala ovest in forme neo-rinascimentali e fu collocata una nuova scala all’angolo sud – ovest. Alla fine del secolo si aggiunse inoltre il padiglione Vauban, affacciato sui giardini a nord – ovest. I giardini alla francese, sistemati su terrazze digradanti, furono ispirati dall’architetto del re Luigi XIV.
Attualmente è proprietà privata (famiglia de Blacas) ma è aperto alla visita.
All’interno si conservano una stanza destinata ad un’eventuale visita del re (che tuttavia non avvenne mai), con arredi del XVII secolo, collezioni di arazzi e di armi. Notevole tra gli arredi uno scrittoio fiorentino del XVI secolo, in legno di pero ed ebano, con incrostazioni in madreperla ed avorio e dotato di ben 49 cassetti.
bellissimi