Perchè in molti sognano di diventare guardiani di un faro?
Da diversi sondaggi risulta che le ragioni che spingono giovani e pensionati a valutare una scelta del genere sono le stesse, età e contesti diversi ma uguali desideri: ritrovare un senso di libertà, fuggire dalla routine, staccare della vita quotidiana, stare soli e soprattutto vivere a contatto con la natura.
Fauro Bonatti, ex custode a San Benedetto del Tronto: “Sono in pensione ma tornerei nel faro.
Ho nostalgia di quel silenzio, di quel sentimentalismo della risacca delle onde. Dell’appuntamento con la notte, con l’accensione all’imbrunire e i controlli sotto le stelle”.
“E’ un lavoro adatto agli appassionati – afferma Paolo Del Lama, ex farista in Toscana – la vita semplice si trasforma in una ricerca quotidiana di valori e ideali. E’ questo ad attirare persone di tutte le età, un modo per riempire il vuoto di oggi”.
Un mestiere senza ombra di dubbio affascinante e non per tutti, che trova il suo mistero anche nell’arte e nella letteratura ma che ormai è destinato a finire con l’avvento dei fari automatizzati dai congegni elettronici, fari high-tech che non hanno bisogno di un guardiano ma solo di un controllo periodico da parte di personale specializzato.
In Italia i faristi sono solo 161 e non si bandisce un concorso pubblico per questa professione da oltre 20 anni. “Ma a breve – spiega Peca, che è capo reparto fari della Marina militare – qualcosa potrebbe cambiare. Nei prossimi cinque anni avremo bisogno di 20 nuovi faristi ed è possibile che, per reperirli, si ricorra ad un concorso pubblico.
Certo, non parliamo di grandi numeri, ma questo è un mestiere che potremmo definire d’elite, per pochi. Non si richiedono competenze speciali, è vero, ma occorre un’attitudine particolare. Bisogna sapersi adattare, ed anche dal punto di vista economico non è la professione più remunerata del mondo: ma a chi piace – aggiunge – puo’ dare enormi soddisfazioni”.
Ma le persone non si arrendono e continuano a spedire domande alla Marina Militare sperando di poter avere l’occasione di rientrare in questa piccola cerchia.
Che sia un lavoro ambito lo sa bene anche la compagnia statale Plovput, che ha saputo farne un vantaggioso business mettendo a disposizione 11 fari storici della Croazia da affittare ai turisti.
Si elevano tutti su paesaggi da dipinto, isole e promontori sulla costa lontano dalla città e immersi nell’universo del silenzio e della natura.
Il faro di Palagruza è il più grande dell’Adriatico e si trova nell’omonima isola croata, la più distante dalla terra ferma e che fu territorio dell’eroe greco Diomede.
Quello di Veli rat invece è alto 40 m, sorge sulla punta della costa con alle spalle una fitta pineta, guarda bellissime baie e spiaggie di ghiaia e nel suo giardino ha perfino una chiesetta antica nascosta tra gli alberi.
I posti sono comunque pochi rispetto alla richiesta e per questo le liste d’attesa sono piuttosto lunghe ma la Croazia non è l’unica che offre questa opzione di vacanza.
Anche in Italia si sta sperimentando questo mercato turistico, a Cagliari per esempio è possibile affittare pernottamenti giornalieri o settimanali presso l’antico faro di Capo Spartivento, ristrutturato lussuosamente sull’onda delle lanterne storiche della Scozia, Croazia e Norvegia.
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Articolo di Viviana Mosca.